Gay & Bisex
1983 L’imbianchino (parte I)
di birbantotto
06.11.2024 |
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"Mi rifeci più tardi quando, dopo che Mario era andato via, mi inculai con il manico di una pennellessa..."
Estate 1983Avevo necessità di guadagnare duecentomila lire per poter andare in vacanza con gli amici e cosi quella estate decisi di cercare lavoro e mi rivolsi ad un parente che pitturava appartamenti.
Lavorava per lui un operaio cinquantenne calabrese. Mi affiancò a lui e un mattino di giugno andammo a fare il lavoro che sarebbe durato almeno due settimane.
Mi chiamo Antonio ho diciotto anni appena compiuti, una ragazza simpatica e bella riempie la mia vita ma sento forte la voglia di uomo.
Ho memoria di quando a 7 anni ero eccitato da un compagno di sport più grande che mi piaceva guardare e poi dell’allenatore un omone grande di età che vidi nudo e che aveva una proboscide tra le gambe. Allora avro avuto dieci anni mi sentii scombussolato ma ancora non capivo.
Insomma avevo da sempre una predisposizione omosessuale.
Negli anni le mie voglie erano state raffreddate leggendo fumetti di lottatori seminudi e usando oggetti per una masturbazione con penetrazione anale.
Scoprii poi le riviste porno e le seghe erano continue guardando corpi maschili e cazzi di tutte le dimensioni.
Avevo scoperto anche il mondo trans poco distante da casa ma nn osavo avvicinarmi.
Non mi mancava il sesso etero ma la mia voglia di cazzo era a mille quando mi presentai al lavoro il primo giorno.
Il calabrese era un uomo piu alto di me grosso di torace e di spalle con una pancia grossa e presumevo dura. Di aspetto esageratamente meridionale ma con un bel sorriso nonostante la faccia da cattivo. Barba lunga, Labbra grosse zigomi duri e occhi neri.
Era anziano per me ma sì dimostrò simpatico e paziente.
Il primo giorno mi insegnò a tenere il pennello in mano e a tirare la vernice.
Il secondo giorno vedendo che non miglioravo mi abbracciò da dietro e mi prese la mano per farmi capire meglio.
Ecco. Quella pancia dietro di me e quella mano forte mi fecero tremare le gambe. Avrei voluto essere baciato e penetrato immediatamente!
Il giorno dopo le cose andarono meglio ma era un caldo insopportabile. Cosi caldo che Mario Decise di lavorare a torso nudo.
Era Muscoloso e volgare, forte e maschio.
“Non hai caldo Antonio?” Mi chiese
“In effetti” dissi mentre mi levai anche io la maglia.
“Antò hai un bel fisico ma senza muscoli le donne non ti prendono. Dacci dentro con il pennello che questa estate ti fai forte..”
Ero impacciato perché vederlo nudo mi faceva voglia. Avrei voluto farmi una sega guardandolo ma ovviamente non potevo.
Mi rifeci più tardi quando, dopo che Mario era andato via, mi inculai con il manico di una pennellessa.. feci una delle sborrate più copiose di sempre.
Con il culo indolenzito andai a casa.
Il giorno dopo Mario già alle dieci del mattino decise che era caldo. Stavolta rimane solo con lo slip e le scarpe giusto per farmi impazzire alla vista di quella carne dura e quel pacco esagerato. Quelle gambe grosse e pelose che finivano nella scarpe mi mandavano ai pazzi.
Non avevo occhi che per lui mentre stendeva la vernice.
Senza guardarmi l’uomo aveva sentito lo sguardo. Si voltò e mi chiese sorridendo
“Perché non ti spogli,Dai non hai caldo?”
Avevo una erezione terribile e presi tempo.
Dopo volle che mi levassi anche i pantaloni e pure io rimasi in slip.
Avevo gli Ormoni a mille ed una grande voglia di sentirmi toccato da quel maschio. Avevo una notevole erezione. Notevole per me ma assolutamente controllabile data la dimensione normale del mio cazzo.
Tra il lavoro e buttare un occhio a quel uomo maturo semi nudo affianco a me arrivammo all’ora di pranzo.
Finito di mangiare Mario si alzò e si sistemò il pacco “Non sta mai al suo posto. Chissa dove vuole andare” disse ridendo.
lo guardai in modo lascivo dal basso in alto.
Mario con un sorriso si avvicinò e mise il suo cazzo fasciato dalle mutande all’altezza del mio viso.
“Se non ho capito male, vorresti vedere il mio cazzo. Vero puttanella?
“Prendilo”
Ero senza parole. Fiato corto, spaventato ed eccitato. Ma immobile.
“Allora? Prendilo”
Io ero immobile. Saliva azzerata.
Mario mise una mano dietro la mia testa e strusciò il mio viso sul suo pacco.
Aveva il cazzo duro.
Durissimo.
Avevo paura di mostrare la mia voglia. Avrebbe riso di me.
Ma il silenzio senza respingerlo fu per lui una ammissione. Mario si calò le mutande ed il cazzo sbalzò fuori prepotente.
Dritto violaceo grosso … ormai ero in gioco e lo presi in mano.
Era caldo e durissimo. Il cuore mi batteva a mille e sentivo un desiderio fortissimo nella pancia. Una voglia mai provata con la mia ragazza.
Mario premette ancora la mia testa verso di lui. Mi stusciò in faccia i coglioni. Grossi pelosi e, si, mi piaceva sentire il mio volto schiacciato sotto il suo cazzo.
“Lecca”
Obbedii al suo ordine e leccai..
una molla mi spinse.. l’istinto? Mai avevo pensato di farlo ma inizia a leccare le palle e sotto le palle.
E mentre leccavo lo tenevo stretto sulle cosce.
Avevo i sensi a mille sentivo ogni contatto ogni odore ogni sapore e mi piaceva tutto.
Mi tirò per i capelli scostando il mio viso dal suo inguine e mi spinse il cazzo in bocca.
Quasi vomitavo mentre spingeva in profondità il cazzo.
Prima volta in assoluto che lo prendevo in bocca ma questo era un mio desiderio da tempo.
“Succhia zoccoletta” mi incitava.
E io succhiavo leccavo e impazzivo. Pensavo che il cazzo mi sarebbe scoppiato.
“Veloce succhia veloce dai” ripeteva e poi mi tenne la testa ferma e affondò nella mia gola colpi sempre più forti e profondi.
“Vengo”
Non fece in tempo a dirlo che mi sentii inondare da un fiume di sperma. Tossivo e sputavo ma lui continuava a spingere e a godere. La sborra dalla bocca mi colava addosso (non sapevo di poter ingoiare) ma mi resi conto che non mi stava tenendo la testa, ero io che restavo attaccato alle sue cosce a bocca aperta a godermi quel cazzone.
“Sei stata brava” mi disse mentre mi strusciava ancora il cazzo in faccia.
“Tu non vieni?”
Finalmente parlai “Aspetta” dissi.
Mi calai i pantaloncini e inizia a segarmi mentre alternavo il cazzo in bocca e leccavo tutto il resto..
Stavo per venire quando Mario girandosi mi mise il culo in faccia e venni con la testa tra le sue chiappe, leccando il suo buco e tenendo in mano quei grossi stupendi coglioni.
Mario si dimostrò simpatico e a modo quando mi disse “Dai ora lavoriamo che a divertirci di più ci pensiamo domani”
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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